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Gianfranco Molino

vice presidente della Fondazione Antonio Presti Fiumara d'arte

Il Labirinto di Arianna

La scultura, la cui forma è un simbolo archetipo, è un vero e proprio labirinto a spirale, un percorso fisico, ma anche interiore che è impossibile non attraversare tutto una volta entrati. A realizzare quest’opera è stato lo scultore Italo Lanfredini che nel 1987 vince il concorso internazionale per artisti “under 40” promosso dall’artista e mecenate Antonio Presti. Il progetto di Lanfredini viene selezionato dalla giuria tra 55 bozzetti arrivati al concorso, e la spirale prende forma a giugno del 1989.

L’opera monumentale si trova a due passi dal paese di Castel di Lucio, un piccolo borgo, in provincia di Messina la cui storia risale al tempo dei Normanni, tra le catene montuose dei Nebrodi. L’opera è collocata sulla cima di una collina, poco lontana dal centro abitato, quasi a evidenziare la bellezza del paesaggio e della natura circostante dalla sua posizione panoramica.

Esplorarlo significa vivere un'esperienza fisica e spirituale, collegarsi al passato, alla cultura classica, alla nascita, ai primi insegnamenti della vita.  Il nome rimanda a Creta e alla mitologia greca per la sua forma che riprende l'antico modello cretese, un meandro dalla forma circolare, caratterizzato da un unico corridoio che raggiunge il centro della struttura dopo essersi avvolto in una serie di spire. C'è dunque un unico percorso, da un ingresso al centro, senza bivi e vicoli ciechi. 

L’ingresso, che è anche uscita, è una sorta di grande arco ad angolo acuto che evoca e simboleggia l'utero della Madre Terra.  "Il labirinto è come un grande grembo, - spiega Antonio Presti autore della Fiumara d’Arte - un percorso alla ricerca di se stessi per poi rinascere. L’opera invita il visitatore ad un percorso di riflessione, a pensare innanzitutto al grande tema del rapporto uomo-ambiente, l’elemento che lega tutte le installazioni della Fiumara d’Arte”. Quella del mito di Arianna è una metafora della vita, spesso ci si lascia trasportare dalle cose, senza però realmente tenere in mano il filo che ci possa riportare sulla retta via. L'opera è un simbolo potente, che sembra trovarsi sulla cima di quella collina da sempre, e si offre a molteplici letture. Il labirinto di Arianna invita i suoi visitatori a porsi domande che riguardano la loro esistenza in un viaggio interiore e un percorso di riflessione che si conclude al centro del labirinto dove è custodito un ulivo, simbolo di saggezza e conoscenza, a rappresentare il nucleo, l'essenza della vita. Il labirinto è pensiero, è spiritualità che derivano da una sorta di “maternità”, espressa in un dolce concentrico svolgersi di cerchi, culminante in una aspirazione all’alto, al sublime. Un viaggio che sembra dentro la terra ma è sotto il cielo, al cui centro un albero d’ulivo diventa segno di rigenerazione.

Il Labirinto di Arianna è un’opera di Land Art in Sicilia,  una spirale monumentale in calcestruzzo, tra le sculture più suggestive del museo a cielo aperto Fiumara d’Arte, installazioni artistiche e suggestive che si sviluppano nella Sicilia nord-orientale, uno dei più grandi parchi artistici d’Europa che raccoglie opere e sculture di grandi dimensioni donate alla collettività, accessibili a tutti.

L’area occupata è quella che un tempo corrispondeva al fiume Tusa che un tempo scorreva nel cuore dei monti Nebrodi per una ventina di chilometri fino all’antica città greca di Halaesa, ora ristretto a un torrente impetuoso nella stagione delle piogge, ma asciutto d’estate. Proprio questa collocazione dà il nome “Fiumara d’Arte” al parco artistico.

Un aspetto fondamentale del Labirinto di Arianna è la sua relazione con il territorio in cui si inserisce. Un principio che ha guidato l’intera ricerca di Antonio Presti e della sua Fondazione, quella di valorizzare l'aspra bellezza di un angolo del territorio siciliano, tra Messina e Palermo, attraverso l’arte contemporanea, una concreta risorsa di sviluppo turistico, culturale ed economico di un territorio, che oggi è famoso e riconosciuto nel mondo grazie all’arte.

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