𝐈 𝐝𝐞𝐩𝐨𝐬𝐢𝐭𝐢 𝐦𝐮𝐬𝐞𝐚𝐥𝐢: 𝐭𝐫𝐚 𝐫𝐞𝐚𝐥𝐭à 𝐬𝐭𝐚𝐭𝐢𝐜𝐚 𝐞 𝐨𝐩𝐩𝐨𝐫𝐭𝐮𝐧𝐢𝐭à 𝐝𝐢 𝐫𝐢𝐥𝐚𝐧𝐜𝐢𝐨

Tra le varie motivazioni che spesso portano alla mancata fruizione dei beni culturali, di terra e di mare, ce ne sta una che non ha nulla a che vedere con i crimini contro il Patrimonio Culturale di cui vi abbiamo ampiamente parlato in questi giorni, ma, che certamente sortisce gli stessi disastrosi effetti… ovvero 𝐥𝐚 𝐦𝐚𝐧𝐜𝐚𝐧𝐳𝐚 𝐝𝐢 𝐮𝐧𝐚 𝐥𝐨𝐫𝐨 𝐠𝐢𝐮𝐬𝐭𝐚 𝐜𝐨𝐥𝐥𝐨𝐜𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐜𝐡𝐞 𝐧𝐞 𝐜𝐨𝐧𝐬𝐞𝐧𝐭𝐚 𝐥𝐚 𝐩𝐮𝐛𝐛𝐥𝐢𝐜𝐚 𝐟𝐫𝐮𝐢𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞.

Stiamo parlando della triste realtà dei magazzini dei musei regionali in cui sono stipati veri e propri tesori che non hanno la possibilità di essere ammirati dal pubblico.

𝐄𝐧𝐨𝐫𝐦𝐢 𝐝𝐞𝐩𝐨𝐬𝐢𝐭𝐢 𝐝𝐢 𝐨𝐩𝐞𝐫𝐞 𝐝’𝐚𝐫𝐭𝐞 𝐞 𝐫𝐞𝐬𝐭𝐢 𝐝𝐞𝐥 𝐩𝐚𝐬𝐬𝐚𝐭𝐨 𝐝𝐢 𝐠𝐫𝐚𝐧𝐝𝐞 𝐯𝐚𝐥𝐨𝐫𝐞 𝐥𝐚𝐬𝐜𝐢𝐚𝐭𝐞 𝐧𝐞𝐥𝐥’𝐨𝐛𝐥𝐢𝐨 𝐞 𝐧𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐩𝐨𝐥𝐯𝐞𝐫𝐞.

E a volte le conseguenze diventano anche più gravi di quanto si possa pensare come nel caso del Museo Archeologico Regionale Antonino Salinas da dove sono spariti numerosi reperti e che la 𝐅𝐨𝐧𝐝𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐖𝐚𝐧𝐭𝐞𝐝 ha avuto cura di diffonderne le immagini attraverso delle cartoline facenti parte dei famosi 𝐂𝐨𝐟𝐚𝐧𝐞𝐭𝐭𝐢 ideati da Ludovico Gippetto.

Se pensiamo a quanti luoghi meravigliosi la nostra isola dispone per poter mettere in mostra simili tesori che attualmente restano sconosciuti ai più…

e se pensiamo ad alcuni importanti enti del Terzo Settore sparsi nella nostra regione e che tra le loro principali mission annoverano 𝐥𝐚 𝐩𝐫𝐨𝐦𝐨𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐜𝐮𝐥𝐭𝐮𝐫𝐚𝐥𝐞, 𝐥𝐚 𝐯𝐚𝐥𝐨𝐫𝐢𝐳𝐳𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐞 𝐥𝐚 𝐭𝐮𝐭𝐞𝐥𝐚 𝐝𝐞𝐢 𝐛𝐞𝐧𝐢 𝐜𝐮𝐥𝐭𝐮𝐫𝐚𝐥𝐢 ecco che qui potrebbe trovarsi la soluzione del problema.

Una revisione nella gestione del Patrimonio Culturale da parte degli enti pubblici sarebbe auspicabile in considerazione dei numerosi vantaggi a cui si potrebbe ambire riguardo l’arricchimento delle proposte culturali da elargire ai turisti.

Diverse realtà associative, adoperando tutte le misure di sicurezza del caso, sarebbeeo ben liete di occuparsi della gestione delle opere d’arte accatastate nei magazzini museali per dare nuovo slancio all’intera economia di gestione dei musei e trovare - perché no? -una nuova strada per la sua sostenibilità.

Altra importante proposta da prendere in considerazione è l’adozione dei nuovi strumenti digitali e di internet per raccogliere le schede descrittive delle opere giacenti nei magazzini corredate da immagini dettagliate per poterle portare a conoscenza di un pubblico quanto più vasto possibile.

𝐔𝐧𝐚 𝐬𝐢𝐥𝐥𝐨𝐠𝐞 𝐝𝐢𝐠𝐢𝐭𝐚𝐥𝐞, 𝐝𝐢 𝐨𝐩𝐞𝐫𝐞 𝐞 𝐫𝐞𝐩𝐞𝐫𝐭𝐢, 𝐩𝐨𝐭𝐫𝐞𝐛𝐛𝐞 𝐫𝐢𝐯𝐞𝐥𝐚𝐫𝐬𝐢 𝐮𝐧 𝐯𝐚𝐥𝐢𝐝𝐢𝐬𝐬𝐢𝐦𝐨 𝐝𝐞𝐭𝐞𝐫𝐫𝐞𝐧𝐭𝐞 𝐚𝐢 𝐟𝐞𝐧𝐨𝐦𝐞𝐧𝐢 𝐜𝐫𝐢𝐦𝐢𝐧𝐚𝐥𝐢 𝐜𝐡𝐞 𝐜𝐨𝐥𝐩𝐢𝐬𝐜𝐨𝐧𝐨 𝐢𝐥 𝐧𝐨𝐬𝐭𝐫𝐨 𝐢𝐧𝐞𝐬𝐭𝐢𝐦𝐚𝐛𝐢𝐥𝐞 𝐩𝐚𝐭𝐫𝐢𝐦𝐨𝐧𝐢𝐨.

𝑺𝒂𝒍𝒗𝒊𝒏𝒂 𝑪𝒊𝒎𝒊𝒏𝒐

Salvina Cimino

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