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CARAVAGGIO

ESAMI DI LABORATORIO

Roberta Lapucci 

La tela della Natività tra i SS. Lorenzo, Francesco e Giacomo, del Caravaggio

(Palermo, Oratorio di San Lorenzo)

 

A volte di un’opera resta solo la memoria …  

Anche in archeologia, quando un reperto metallico viene completamente disgregato dalla terra in cui è sepolto, basta la sua impronta nel suolo a testimoniare se un tempo era una spada, un’elmo o uno scudo. Per questo è indispensabile prestare la massima attenzione verso ogni singolo dato sopravvissuto allo scempio.

Durante una recente visita a Palermo, nell’ottobre del 2009, ho avuto modo di osservare attentamente il telaio della Natività tra i SS. Lorenzo, Francesco e Giacomo del Caravaggio, sui bordi del quale erano rimasti alcuni residui della tela originale, malamente decurtata dai vandali che la trafugarono nel lontano 1969. 

Successivamente, il 9 ottobre 2010 mi fu consegnato un campione di brandello di questa tela (foto 1/A) da Ludovico Gippetto, presidente della Extroart e ideatore del progetto di prevenzione e tutela del Patrimonio Culturale denominato “Wanted ...presi per il verso giusto” e da Bernardo Tortorici presidente Amici dei Musei che gestisce l’Oratorio di San Lorenzo a Palermo.

Il Campione, (vedi foto 2) di forma poligonale e della misura approssimativa di 4 cm quadri, da poter analizzare dal punto di vista tecnico; lo studio del filato è stato condotto dal Laboratorio R&C di Altavilla Vicentina, sotto la supervisione della Dr.ssa Mirella Baldan.

Le fibre, di natura vegetale, corrispondenti al lino (di qualità Lungo Tiglio), sono caratterizzate dalla tipica sezione con striature a X, come visibile al microscopio ad ingrandimento 500X. In sezione trasversale le sezioni sono a contorno poligonale a 5 o 6 angoli vivi.

I saggi chimici e le prove di solubilizzazione hanno confermato che trattasi di fibra di lino.

La trama è regolare (tela), piuttosto rada; fili molto sottili sono alternati ad altri lievemente più spessi, sia nel senso della trama che dell’ordito; sono tutti comunque di buona qualità e non presentano ringrossi a fuso; le fibre risultano fortemente depolimerizzate ed ossidate (fragili, poco elastiche e scure).

La densità è di 8 x8 fili per cm quadro; il grado di fittezza 64.

La tela era fissata al telaio con chiodi, a testa rotonda, che col tempo si erano arrugginiti.

Purtroppo nei pochi lacerti ancora in loco, non erano mai presenti tracce di strati preparatori, poiché il dipinto era stato parzialmente tagliato, parzialmente strappato in fretta e furia, dai bordi esterni del telaio (non con un taglio netto interno alla cornice, come ad esempio durante il furto del San Girolamo della Valletta). Questo induce ad ipotizzare che il quadro fosse stato già estratto dalla sua cornice al momento della rimozione fugace dal telaio e che i ladri abbiano agito in maniera diversa dal successivo furto maltese.

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