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Il furto della
Madonna del Lume

Era una giornata qualunque nel quartiere del Capo, uno dei mercati storici di Palermo. Le voci dei venditori si mescolavano al tintinnio delle monete e al profumo di spezie. Tra le strette vie del quartiere, la chiesa di San Stanislao al Kostka custodiva silenziosamente un piccolo tesoro: la Madonna del Lume. Ogni giorno il dipinto, montato su un semplice cavalletto di legno, accoglieva i fedeli che si fermavano per una preghiera o per chiedere un miracolo.

Ma quel 13 febbraio del 2004 qualcosa di inaspettato accadde.


In pieno giorno, mentre la chiesa era vuota e nessuno vegliava su quel luogo sacro, degli ignoti entrarono indisturbati. Nessun sistema di sicurezza, nessuna telecamera a monitorare le loro mosse. Con calma e precisione, presero il quadro e scomparvero nel nulla, lasciando solo un vuoto e molte domande.

Un Crimine Invisibile.  Il furto venne riportato dai media, ma la notizia si perse presto nel mare delle cronache quotidiane. Era solo uno dei tanti crimini che sembrano ormai routine. Eppure, questa storia aveva qualcosa di diverso.
Nessuno sembrava interrogarsi sul significato più profondo di quell’azione, né sul destino che avrebbe potuto attendere la Madonna del Lume.
In genere, opere d’arte vengono trafugate per due motivi: alimentare il mercato nero, dove collezionisti senza scrupoli cercano di possedere capolavori lontano dagli occhi indiscreti, oppure per consentire a falsari di studiarle e replicarle con tecniche e materiali originali. Ma la Madonna del Lume non rientrava in questi casi.
Il dipinto non era un’opera di grande valore artistico o economico.

E allora, perché?

Riflettei a lungo. Non era il denaro a muovere chi aveva compiuto quel furto. Forse la risposta si trovava altrove: nella fede, nella disperazione, nella speranza.
La Madonna del Lume non era solo un quadro. Per molti era un simbolo potente, una guida nei momenti di buio, un punto di riferimento per chi cercava conforto. Era alla Madonna del Lume che ci si rivolgeva per chiedere un miracolo, per curare una malattia o per ritrovare la ragione perduta.
 

E se qualcuno avesse rubato il quadro perché ne aveva disperatamente bisogno? 

Un malato in famiglia, una sofferenza che sembrava insuperabile… Forse quel dipinto era stato portato via per essere custodito vicino, nella speranza che potesse offrire conforto o guarigione.

Ero convinto che l’opera non fosse stata trasferita nei circuiti internazionali del commercio illecito, che spesso portano i capolavori trafugati in Svizzera o in altri paesi lontani. No, sentivo che la Madonna del Lume era ancora a Palermo, forse persino nascosta nel cuore dello stesso quartiere del Capo.

Decidemmo di agire con il progetto Wanted …presi per il verso giusto, lanciammo una massiccia campagna di sensibilizzazione. Grandi manifesti murali comparvero in tutta la città, mentre volantini e cartoline venivano distribuiti porta a porta nel quartiere. Con il sostegno dell’azienda di trasporto pubblico, l’Amat, le locandine apparvero sugli autobus e sulla metropolitana leggera, legate ai tubi reggimano, visibili a tutti i passeggeri.

La città si svegliò, il messaggio arrivò ovunque: la Madonna del Lume deve tornare a casa.

Due giorni dopo l’inizio della campagna, ricordo bene quel 13 luglio, una splendida giornata estiva quando ricevetti una telefonata anonima. Una voce calma mi informò che il quadro era stato lasciato nella portineria del Convento delle suore di San Vincenzo, in via Noce. Inizialmente pensai a uno scherzo o ad una trappola contro il mio operato. Ma l’insistenza della voce e i dettagli forniti mi fecero riflettere.
Chiamai immediatamente il comandante Giuseppe Marseglia, del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale dei Carabinieri di Palermo. Lì, in un pacco anonimo, c’era il dipinto. Sulla confezione, una scritta semplice, quasi affettuosa: Da restituire alla chiesa di San Stanislao al Kostka.

Il quadro tornò a casa, accolto dalla comunità del Capo con gratitudine e commozione. Non sapremo mai chi decise di restituirlo o perché l’aveva preso, ma ciò che conta è che la Madonna del Lume è tornata al suo posto, finalmente tornata a casa. Dopo il suo rocambolesco ritrovamento, il dipinto riposava di nuovo nella chiesa di San Stanislao al Kostka, accolto con emozione dalla comunità del quartiere del Capo. Ma il ritorno del quadro non segnava la fine della sua storia, bensì l’inizio di una nuova fase: quella della sua protezione.

Don Giosuè Lo Bue, il parroco della chiesa, prese una decisione tanto pragmatica quanto simbolica. Per evitare che la Madonna del Lume potesse essere nuovamente rubata, l’opera fu conservata in un armadio sicuro all’interno della sacrestia. Al suo posto, venne esposta una copia del quadro, un’immagine che continuasse a dare conforto ai fedeli e a onorare il culto. Ma don Giosuè sapeva che questo non poteva essere il finale della storia. La Madonna del Lume meritava di tornare alla vista di tutti, nella sua autenticità, ma questa volta doveva essere protetta. Serviva un sistema di sicurezza adeguato, uno che garantisse che mai più mani furtive potessero sottrarla.

Fu allora che Extroart, mobilitò la città con un appello pubblico, lanciato attraverso i media e i canali dell’associazione, si chiese aiuto per proteggere il dipinto. Un gesto che non rimase inascoltato.
La risposta arrivò da una società piemontese leader nel settore della videosorveglianza e dei sistemi di sicurezza. Colpiti dalla storia e dalla missione di Wanted, decisero di donare l’intero impianto necessario per garantire la tutela della Madonna del Lume. Era un regalo prezioso, un atto di generosità che dimostrava come il patrimonio culturale possa unire e coinvolgere persone da ogni parte d’Italia.

Quando il nuovo sistema di sicurezza fu completato, don Giosuè volle celebrare l’evento con un gesto speciale. Per ringraziare tutti i volontari di Extroart e sensibilizzare ulteriormente il pubblico, il parroco organizzò un momento simbolico: la Madonna del Lume sarebbe stata portata, scortata dai Carabinieri, nella sede dell’associazione, all’interno dell’oratorio di Santo Stefano Protomartire, che ospitava lo sportello Wanted.
La mattina dell’evento, il comandante Tommaso Ferrara della vicina stazione dei Carabinieri guidò personalmente il trasporto dell’opera. Una piccola processione si formò per le vie del quartiere: il quadro, protetto come un tesoro inestimabile, avanzava circondato da uomini in divisa e dallo sguardo commosso di chi assisteva al suo passaggio.
Quando la Madonna del Lume arrivò nell’oratorio, l’atmosfera si trasformò. Lo spazio, solitamente riservato a incontri e conferenze, divenne per un giorno una meta di pellegrinaggio. Fedeli, curiosi e passanti si avvicendavano per vedere il dipinto, per pregare o semplicemente per sentire di far parte di una storia che aveva commosso tutta la città.

Quel giorno non fu solo una festa, ma un simbolo di rinascita. La Madonna del Lume non era più solo un’opera d’arte, ma il simbolo della forza della comunità e della volontà di proteggere ciò che è prezioso. La sera, il quadro tornò finalmente nella sua chiesa, accolto dal nuovo sistema di sicurezza che lo avrebbe protetto per sempre. Da allora, la Madonna del Lume è tornata visibile ai fedeli, ricordando a tutti che anche un piccolo dipinto può raccontare una grande storia. E per Extroart, quel giorno rimase impresso come la dimostrazione che l’arte, la fede e l’impegno collettivo possono davvero cambiare il destino di un’opera e di una comunità.

 

Questa storia non è solo il racconto di un furto e di una restituzione: è la dimostrazione del potere della comunità, della comunicazione e della devozione alla bellezza. È la conferma che, con impegno e collaborazione, anche il patrimonio culturale più fragile può essere protetto e salvato.

Ecco cos’è il progetto Wanted …presi per il verso giusto: una voce per l’arte dimenticata, una speranza per il futuro del nostro patrimonio.

Ludovico Gippetto

E se qualcuno avesse rubato il quadro perché ne aveva disperatamente bisogno? 

Un malato in famiglia, una sofferenza che sembrava insuperabile… Forse quel dipinto era stato portato via per essere custodito vicino, nella speranza che potesse offrire conforto o guarigione.

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La città si svegliò, il messaggio arrivò ovunque: la Madonna del Lume deve tornare a casa.

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Lo spazio, solitamente riservato a incontri e conferenze, divenne per un giorno una meta di pellegrinaggio. Fedeli, curiosi e passanti si avvicendavano per vedere il dipinto, per pregare o semplicemente per sentire di far parte di una storia che aveva commosso tutta la città.

Grazia Picarella

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